"Alcune immagini del film d'animazione "Il quarto re", una favola natalizia che ha per protagonisti gli animali. Il passero e il leone raggiungono dopo molte peripezie la capanna di Betlemme per cantare il loro inno d'amore a Gesù."
“Alcune immagini del film d’animazione “Il quarto re”, una favola natalizia che ha per protagonisti gli animali. Il passero e il leone raggiungono dopo molte peripezie la capanna di Betlemme per cantare il loro inno d’amore a Gesù.”

Di Stefania Barile, dal Radiocorriere TV, n. 1 del 1978. Grazie a Memorie televisive.

Sui teleschermi USA “Il quarto re”, un film d’animazione prodotto dalla RAI.

Lo hanno scoperto la sera del 23 dicembre i telespettatori americani, che durante le feste sono abituati da anni alle “repliche” di vecchi cartoni animati. Questa volta una storia tutta nuova l’ha disegnata per loro un italiano. E forse, tra poco, la vedremo anche noi

Roma, dicembre.

Tempo di feste, tempo di stelle. E con una stella con una coda di cartone è arrivata nel Paese a “stelle e strisce” per posarsi sulla “capanna-grattacielo” della televisione americana. La NBC, una delle tre reti nazionali americane, insieme alla CBS e alla ABC (che sono emittenti private), ha mandato in onda la sera del 23 dicembre sui teleschermi di tutti gli States, Il quarto re, film d’animazione d’atmosfera natalizia, delicato e saggio come ogni fiaba che si rispetti. Questa “stella” sotto forma di film d’animazione è partita dall’Italia. Anche se la sua storia è sotto il segno delle multinazionali. Italiano è il disegnatore Romano Scarpa, uno dei tanti della Walt Disney Corporation. E della casa madre il film infatti mantiene inalterata l’impronta: lo stile dei disegni, la vicenda che emana bontà, gli animali “parlanti” come uomini, il dialogo imbastito a canzoni, una musica di tono classico. Italiana è soprattutto la produzione: è infatti realizzata dalla RAI. Però, fuori da viale Mazzini, in piena New York. Sei mesi fa Paul Klen, direttore alla programmazione della NBC, aveva fra le mani un problema scottante, il “tempo natalizio”.

Per anni la ricetta è stata la solita: replich. A Natale soprattutto la produzione non offriva molto. Da ben quindici anni venivano ritirati fuori dal cassetto vecchi “cartoons”, la storia di un “uomo di neve” o quella del “cervo del carro di Santa Claus”. Il colmo per il “quinto potere”, che, come ci ha insegnato il celebre film omonimo, punta sull’efficienza e le novità.

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La soluzione arriva da una combinazione. Un amico americano, Alvin Cooperman, ed uno italiano, Renato Pachetti, capo della RAI Corporation, propongono di fare un nuovo “cartoon”. “Certo, i nostri programmi, da Leonardo a Gesù, hanno avuto un gran successo sui teleschermi americani”, afferma Pachetti, “ma non pensavamo proprio di poter arrivare a tanto, produrre solo per gli americani”. E “a tanto” non è arrivata in America nessuna televisione straniera. La RAI è la prima. Per la prima volta, cioè ha prodotto interamente e autonomamente un suo programma fuori dalla sede madre di Roma. Un programma che ha avuto la sua “prima visione assoluta” sui teleschermi americani. Per gli italiani solo una “seconda visione”, forse ai primi giorni del nuovo anno. Il quarto re è una storia che dura mezz’ora. “Una vera favola natalizia. E ovviamente non poteva non essere a colori”.

In un bosco gli animali vedono passare la stella che guida i tre re magi alla capanna di Betlemme. Un passero li informa di quanto sta avvendendo. E così anche gli animali decidono di mandare il loro re. Ma “who?” (“chi?”), si chiedono in musica. “I am numero uno” (“io sono il numero uno”), sostiene con tracotanza il leone. E parte in compagnia del passero, voce della saggezza e del buon senso: “Ha lo stesso ruolo del Grillo Parlante di Pinocchio”. Naturalmente toccherà al passero salvare il leone dai guai in cui regolarmente va a cacciarsi. Alla fine diventa il suo migliore amico. E in conclusione, giunti davanti alla capanna, i due si uniscono ai magi e cantano il loro inno d’amore a Gesù, The song of love.

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“E’ un vero ‘musical cartoon'”, afferma Pachetti. E anche la musica è in puro stile Disney.

Autore un giovane compositore alla sua “opera prima”, Ralph Affoumado, di origine italiana, appena diplomato alla Juillard, il Conservatorio di New York. A cantare i pezzi nelle “vesti” del leone, Ted Ross, un giovane attore nero, protagonista a Broadway della versione nera del Mago di Oz (The Wiz); il passero è invece un’attrice appena sedicenne, Laurie Beechman, anch’essa interprete di un altro successo dell’attuale stagione di Broadway, Annie.

Il quarto re, dunque: una novità con tutte le carte in regola per diventare una tradizione.

Lo può dimostrare il fatto che gli americani hanno voluto sui personaggi del film d’animazione l’opzione. Nessuno può sfruttarli per altre serie. “Forse”, conclude Pachetti, “potrebbe anche essere il programma di Natale negli Stati Uniti per altri quindici anni”.

Il Walt Disney italiano

Romano Scarpa è uno dei circa trenta disegnatori del “Topolino” italiano della Mondadori. Appassionato fin da bambino al disegno, ha cominciato la sua attività giovanissimo, appena uscito dalla Accademia di Venezia, la città natale (dove risiede anche attualmente). Il suo hobby per i cartoni animati lo ha portato ben presto alla Mondadori. A Topolino si dedica regolarmente da ben 25 anni. Alcuni dei personaggi dell’edizione italiana ed europea sono sue creature, da “Paperetta yé-yé” a “Codino”, un piccolo ippocampo. Questo rientra nelle linee di produzione della holding Walt Disney che da circa 15 anni ha ceduto alla Mondadori una fetta, circa il 60% delle storie europee del fumetto. E così vicende e personaggi si sono europeizzati. “Prima si notava meno”, affermano dalla redazione di “Topolino”, “si manteneva di più la vicenda statunitense e il suo tipico umorismo. Oggi invece il carattere del fumetto è più vicino a noi e alla nostra realtà”.

Una RAI anche in Canada?

Il caso del Quarto re sembra destinato a ripetersi. “Pensiamo di poter continuare questo tipo di collaborazione con reti televisive statunitensi”, afferma Renato Pachetti, dirigente della RAI Corporation d New York, che copre tutta l’America settentrionale, Usa, Canada e Messico, “ma soprattutto stiamo abboazzando un progetto ‘canadese’. Nell’area intorno a Toronto e Montreal vi è una comunità italiana di oltre 700.000 abitanti: una immigrazione degli ultimi venti anni, perciò ‘qualificata’. Non hanno perduto la loro identità nazionale (all’Università di Toronto esiste un dipartimento italiano con ben 200.000 iscritti). Ascoltano e vedono stazioni in lingua italiana di qualità non troppo alta. Perciò noi vorremmo essere presenti, occupare questo spazio. I progetti sono molti: o prendere una stazione o comprare uno spazio su una di quelle che trasmettono”. Per programmi sembre realizzati dalla RAI Corporation in America.

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