Sul volume “Sognando la Calidornia” è riprodotta una piccola immagine, quasi intelleggibile, del soggetto originale, dattiloscritto, di “Paperino e l’amuleto di Amùndsen”. Pensando di fare cosa utile ho riportato qui sotto il soggetto così come appare sul libro, ma in maniera leggibile. Si noti che vi sono alcune differenze con la storia poi pubblicata… per esempio Paperone non vede Paperino dalla finestra all’inizio della storia… e l’amuleto non glielo consegna nel suo ufficio ma direttamente al porto. Inoltre l’elicottero e il cingolato diventano un mezzo unico e grazie a questo di campi-base Paperino e i nipotini possono farne anche solo uno.

Una piccola nota “storica”. Sia nel soggetto che nella sceneggiatura poi pubblicata si nomina uno “Scott”, quando Paperino getta via l’amuleto dicendo che probabilmente era di Scott, appunto, e non di Amundsen. Scott era un esploratore che fu battuto da Amundsen nella “corsa” per arrivare primi al Polo Sud. E non solo, Scott, e tutti i suoi uomini, morirono cercando di rientrare nel loro campo base. (Vedasi le voci Robert Falcon Scott e Roald Amundsen su Wikipedia). Considerato tutto ciò ben si capisce la battuta di Paperino!

Pagina 1

            PAPERINO E L'AMULETO DI AMUNDSEN
            ================================
 
Paperon de'Paperoni riceve la catastrofica notizia che una delle
sue 979 miniere d'oro si é inaridita. E' un colpo terribile. In
qualche modo dovrà turare la falla. Non sa come. Certo non può
buttare denaro in ricerce minerarie che non abbiano almeno il 
99,9 % di probabilità di riuscita. Dalla finestra, invidia lo 
spensierato Paperino, che passeggia leggendo il giornale.
 
Paperino legge un rapporto della società geografica "Meridiani,
Paralleli e Affini" sulle esplorazioni polari. Mentre sta leggen=
do, passa davanti a un'asta pubblica. E legge intanto che la so=
cietà geografica, a chiunque contribuirà alla precisazione topo=
grafica delle terre antartiche inesplorate, darà un premio di
8.000 dollari. "Ottomila dollari!!", esclama Paperino. E' in que=
sto modo che... si vede aggiudicare l'asta.
 
Viene così a trovarsi involontariamene proprietario di uno sgan=
gherato battello già adibito a spedizioni polari. E dovrà pagare
entro sei mesi, pena il pignoramento della casa.
Purtroppo per lui, l'unico mezzo per raggranellare gli 8.000 dol=
lari, si rivela proprio un viaggio nell'Antartide onde tentar di
vincere il premio della società geografica.
 
Mentre Paperino, con l'aiuto dei nipotini, riassetta la nave, lo
sventurato Paperone viene a conoscenza del loro progetto. E allora
un'idea improvvisa lo illumina. Corre da Archimede Pitagorico e...
 
Qualche giorno dopo, il battello é pronto per la grande impresa.
Paperino e i ragazzini vanno a salutare lo zio Paperone. Sulla sua
scrivania notano un curioso oggetto. Paperone spiega trattarsi di
un prezioso amuleto, un portafortuna già appartenuto al famoso ca=
pitano Amundsen. Tira e molla, in conclusione i nostri eroi convin=
cono lo zio a prestarlo loro.
Forti di un simile portafortuna,  Paperino e i nipotini fanno rotta
a sud.
 
La navigazione é lunga. Giungono fino al Cile e lo costeggiano, fa=
cendo l'ultimo scalo all'Isola Desolaciòn. Quindi traversano lo Stret=
to di Drake, seguendo la strana corrente calda che conduce fino al
Circolo Polare. Arrivano così all'Isola Adelaide, all'imbocco del
Golfo compreso tra la Terra di Graham e la Terra Alessandro I°.
Dall'Isola Adelaide risalgono il Golfo fino al suo estremo sud.
 

Pagina 2

Qui giunti, àncorano in posto più o meno sicuro il battello, e co=
minciano lo scarico di mezzi tecnici e provviste.
 
E sulla costa della Terra di Hearst, fra la curiosità dei pingiuni,
fissano il primo campo-base.
Decisa poi sulle carte la zona vergine che esploreranno, per 2.000
chilometri, stabiliscono i punti dove piantare altri tre campi-base,
onde avere sempre le spalle al sicuro.
 
Nello stesso momento, a migliaia di chilometri di distanza, Paperone
fa visita ad Archimede, il quale sorveglia uno strano e complicato
apparecchio.
 
Paperino e i nipotini stanno intanto piantando i campi-base, dividen=
dovi proporzionalmente le provviste. Operano a mezzo di un grosso
carro cingolato e di un potentissimo elicottero, entrambi "a prova"
di I00° sotto zero.
 
Vedendo gli intrepidi partire, la colonia di pinguini li saluta colle
lagrime agli occhi e con sconsolati cenni d'addio. Ma i nostri eroi
sono allegri, sicuri dei due forti mezzi meccanici e sopratutto del-
l'amuleto di Amundsen, che tengono sempre con sé.
 
A questo punto  disavventure varie, mentre fissano un po' alla volta,
cogli appositi strumenti, planimetrie e altimetrie delle fantastiche
regioni che percorrono. Sensazionali scoperte entusiasmano i nipoti=
ni, mentre lasciano indifferente Paperino, cui interessa solo la to=
pografia dei luoghi: vuole andarsene al più presto da quella "ghiac=
ciaia fuori mano".
 
Incontrano grandi laghi con le acque di sapore al giaccio-menta, vul=
cani aspiratori anziché eruttanti, montagne sospese a mezz'aria, zone
dalla temperatura assurdamente alta, zone dove la forza di gravità
é ridotta al minimo, ecc, ecc
 
Finalmente, giungono "senza danni" al termine del loro lavoro. Hanno
ormai fissato la pianta di una vastissima regione, e possono tornare
tranquillamente a casa, ben sicuri di riscuotere il premio di 8.000
dollari. Baciano i loro prezioso amuleto, mentre, tutti e quattro
a bordo dell'elicottero, intraprendono il felice viaggio di ritorno, 
diretti al campo-base avanzato N° 4.
 
Intanto, Paperone, sempre più spazientito, torna da Archimede, che é
sempre intento al suo apparecchio. "Ancora nulla?" "Nulla!"
 
L'elicottero è ancora lontano dal campo-base, quando Paperino, alle=
 

Pagina 3

gro come una pasqua,per una volta indulge a una curiosità scientifi=
ca e fa atterrare l'elicottero, volendo osservare meglio un cespu=
glio di rosmarino. Ahimé! Calatosì su uno strano tipo di ghiaccio,
l'apparecchio ne resta invischiato, preso come in una morsa, e affon=
da sempre più. Non riescono più a riprender quota. Sono sopra i
"ghiacci mobili"! La situazione é disperata; lentamente, senza scam=
po, l'elicottero sta per essere inghiottito. Il banco di "ghiacci no=
bili" si estende per almeno cinquanta metri intorno: impossibile sal=
tare. Mentre Paperino comincia a prendersela coll'amuleto, i nipotini
hanno un'idea. Escono allora tutti e quattro dalla cabina e si affer=
rano alle pale della grande elica. Uno spago é stato attaccato al co=
mando di avviamento. "Tirate!" Quando le pale ruotano vorticosamente,
i quattro si lasciano andare e vengono proiettati lontano, in salvo!
 
E' però una salvezza relativa. Hanno con sé, é vero, l'amuleto di A-
mundsen, ma sono senza bussola, senza radio e quasi senza viveri. Da
quale parte dirigersi per il campo base? Inutile separarsi, tanto vale 
scegliere una direzione a casaccio e camminare, fidando nell'amuleto...
Camminano, camminano per ore e ore... Niente!
Sono isolati, soli, sperduti nella maniera più classica e più perfetta.
Assolutamente nessuno, e chi?, potrà soccorrerli.
Paperino, con le poche forze che gli restano, e brontolando che pro=
babilmente apparteneva al capitano Scott, dà un calcio all'amuleto,
che finisce fra certe rocce.
 
Archimede sobbalza e grida "Ci siamo! Ci siamo!" poi porge un foglio
a Paperone, che scappa via come un matto.
 
Il freddo aumenta. I quattro debbono rifugiarsi in una caverna. Qui 
consumano i pochi viveri rimasti loro, e si addormentano.
Quanto tempo trascorre prima che i nostri sfortunati amici si ride=
stino? Tre ore, oppure trenta? Paperino si alza a stento e si avvi=
cina all'uscita della caverna. orbotta che debbono trovarsi proprio
allo stremo delle forze, poiché ha le traveggole. Fuori, gli sembra di
vedere molta gente, aeroplani, apparecchiature... E anche, ah ah, lo
zio Paperone, in tenuta polare, che chiama a gran voce e s'avvicina...
I nipotini consigliano lo zio di rientrare e di risparmiare le forze.
 
Ma subito dopo... lo zio Paperone in carne ed ossa entra nella caverna!
Chiede dove diavolo hanno messo l'amuleto, che gli costa un occhio.
Spiega che nell'interno aveva fatto mettere da Archimede un congegno
elettronico atto al rilevamento di giacimenti d'oro, platino e uranio,
e alla segnalazione radio a grandi distanze del preciso punto in cui
trova tali giacimenti. Così, lui aveva già allestito una grande spedi=
zione aerea: ricevuto il prezioso segnale, appena 24 ore dopo era giun=
to sul posto.
       ... Abbracci, baci, e conclusione lieta per tutti!
                         F I N E

Ci sono anche alcune correzioni, disegnini e annotazioni a mano sul soggetto originale, fra cui l’indicazione che la storia sarebbe stata di 32 pagine (in realtà sarà di 33).

Ecco l’immagine dal libro:

soggetto

mappa

Come sempre Scarpa non si inventa i luoghi dove inviare i suoi personaggi, ma li fa muovere in luoghi reali del pianeta, dall’isola di Desolaciòn fino alla configurazione precisa della penisola antartica, con l’isola Adelaide, la terra di Graham e l’isola Alessandro. Fino a giungere alle “Terre di Hearst”, che sono oggi note come “Isola di Hearst” in quanto si è scoperto che sono, appunto, un’isola a parte (wikipedia). La cartografia della zona era realmente ancora in costruzione all’epoca della storia!

Curiosità: L'”Hearst” del nome dell’isola era William Randolph Hearst, finanziatore della spedizione che sorvolò la zona, ma anche fondatore del King Features Syndicate, che distribuiva le strisce di Floyd Gottfredson di Topolino.