Da Capolavori Disney n° 11 del 03/05/1993:

Mi rivedo nel mio studio già di cartoni animati, fra il brontolio delle impastatrici e i vapori e la fuliggine del vecchio panificio adiacente, infervorato a stendere gli script, con entusiasmo o umore nero a seconda di come li giudicavo. Non li mostravo a nessuno, fidavo nella mia critica personale. Da “Milano” non avevo commenti. Mi prendevano le storie con avidità, solo da questo capivo che “andavano”. Certo è che non mi piaceva la soggettistica italiana. Ero troppo infatuato di Gottfredson e Barks (… chi li sapeva, allora, questi nomi?) e del grande cinema, per non rincorrere le storie di ambio respiro, umoristiche e nel contempo avvincenti e umane. Sinceramente, sentivo che “qualche volta” la cosa doveva essermi riuscita e mi chiedevo se qualcuno, prima o poi, se ne sarebbe accorto; senza assillarmici troppo, per fortuna, dato che dovevano passare una decina d’anni prima che “affiorasse” qualcosa… Meglio tardi che mai, le soddisfazioni morali sono arrivate e numerose, grazie alla passione e allo slancio di vari cultori e saggisti del fumetto, come, in questi ultimi anni, il “team toscano” Becattini, Boschi, Gori, Sani, i quali, oltre a dedicarmi un ricco libro biografico, hanno promosso la mia diffusione in U.S.A.! Insomma… profeta in patria oltre che all’estero? Andiamoci piano. Pur concedendo un mio “buon” apporto al mondo dei comics disneiani, anche ammettendo di avere pochi rivali al di qua dell’Atlantico, personalmente so di dovermi collocare a doverosa distanza da Carl Barks, Floyd Gottfredson, Merril de Maris, Bill Walsh. Di fronte a quei giganti io abbasso, convinto, matita e penna! Parola di…

Romano Scarpa

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